sabato 14 febbraio 2015

Poligamia, adulterio e dintorni: “La separazione del maschio” di Francesco Piccolo

Quando e dove l’ho comprato?

Ordine natalizio effettuato su Libraccio.it, che mi ha consentito di pagarlo metà prezzo.

Quando e dove l’ho letto?

Nelle gelide notti di gennaio, prima di dormire, nel letto, sotto il piumone, cicatrizialmente incollata alla stufa elettrica per non congelare. E nelle pause studio, nella biblioteca di facoltà, intervallandolo allo studio curricolare. Sempre attaccata al termosifone.


Che libro è?

La separazione del maschio, romanzo di Francesco Piccolo, autore insignito dello Strega nel 2014 con il suo ultimo lavoro Il desiderio di essere come tutti. Ma soprattutto sceneggiatore di film molto interessanti, come Il capitale umano e La prima cosa bella di Paolo Virzì e Il caimano e Habemus Papam di Nanni Moretti.

Perché diamine?

Me l’ha consigliato il mio carissimo amico e collega Silver Reflex, youtuber e video recensore. E perché sono in vena di riflessioni sulla natura e la forma delle relazioni, anche più del solito.

Insieme a che cos'altro?

Inframezzato a diversi tomi di glottodidattica, che leggo per preparare un esame.


Autore: Francesco Piccolo
Titolo: La separazione del maschio
Editore: Einaudi
Collana: Gli struzzi
Pagine: 198
Prezzo: 11 euro
Anno: 2008
TramaIl protagonista di questo libro, il Maschio, è un padre capace di tenerezza e di attenzione, è un marito allegro e appassionato. Ma ha molte altre donne. Relazioni di lunga durata, in cui il sesso è il veicolo primario attraverso il quale passano la comunicazione, l'affetto, la curiosità, la scoperta dell'altro. Il sesso è un pensiero costante, un'ossessione e una consuetudine, un modo per entrare in contatto con il mondo esterno. Più ancora della seduzione e della conquista, più dell'amore che in forme diverse è parte fondamentale di ciascuna di queste relazioni. È questa la separazione del maschio, dunque. Dove per maschio s'intende davvero, genericamente, il maschio di uomo nell'apice dell'età riproduttiva, in un ambiente circostante quanto mai generoso di sollecitazioni e stimoli. E per separazione s'intendono due cose: quella, letterale, dalla moglie, a cui condurrà fatalmente il percorso del libro; e quella, fisica e metaforica, che divide all'interno dello stesso uomo il padre dal marito e dall'amante. Quasi che fosse impossibile conciliare gli impulsi e i sentimenti, quasi che l'unica strada per tenere tutto insieme fosse una rigida compartimentazione, cioè: vivere molte vite.

RECENSIONE

L’innominato protagonista di questo romanzo è una figura controversa: esigente e appassionato montatore cinematografico (il che permette a Piccolo interessanti digressioni, anche tecniche, sul mondo del cinema, che ben conosce da sceneggiatore) è un marito innamorato, ma soprattutto un padre premuroso per la sua piccola e problematica Beatrice.

Dotato di sensi di colpa a due velocità, il protagonista si auto flagella per aver lasciato la figlioletta senza merenda per un pomeriggio, ma nessuno scrupolo morale sembra sfiorarlo per la sua sfacciata, per quanto occulta, poligamia: è amante da nove anni di Valeria, moglie di un suo amico, da tre ha una relazione con la collega Francesca e da un anno e mezzo si vede saltuariamente con una terza donna; il tutto escludendo le relazioni occasionali e senza che tutto questo infici sulla sua viva e sempre complice relazione con l’amatissima moglie Teresa. Anzi. L’essere stato a letto il pomeriggio con una delle sue amanti sembra rendere i rapporti sessuali serali con Teresa fin più appaganti.

Una vita trascorsa tra copule febbrili e in perenne ansia, un’ansia “da pre-esame”, di quelle che danno i crampi allo stomaco e suscitano l’appagante rilascio di noradrenalina ad ogni scampato pericolo; è l’ansia che i suoi tradimenti vengano alla luce e il suo appagante ménage si sgretoli rovinosamente. Ma naturalmente la vita saprà sorprenderlo con rivolgimenti inaspettati.

Tante recensioni si sono espresse con severità sulle tematiche affrontate da questo romanzo e soprattutto sul come vengano trattate: senza peli sulla lingua, con descrizioni particolareggiate e a tratti morbose, con un protagonista fedifrago e recidivo, con atteggiamenti maschilisti esibiti con pericolosa naturalezza.

Niente di tutto ciò ha, invece, personalmente infastidito me; la trama è davvero ben congegnata e con essa anche lo svolgimento e il susseguirsi degli eventi, con una linea del tempo montata a spirale, una spirale che lancia lampi di luce sul passato, che riesce a dare un’idea di insieme profondamente organica nonostante la non consequenzialità.

Lodevole l’ambizione di portare il lettore a riflettere sulla monogamia: quando l’abbiamo scelta? Ce la impone la società? E’ la risposta più soddisfacente alle esigenze umane?

Ho apprezzato la volontà dell’autore di tornare su determinati ricordi in tempi diversi, approfondendoli, il suo indugiare studiatamente perturbante su teneri aneddoti con protagonista la piccola Beatrice (tra le pagine più belle) per poi passare, magari subito dopo, a descrizioni crude di sesso, a volte squallido, consumato ai lati della vita ufficiale.

Affascinante la costante dicotomia tra montaggio cinematografico e esistenza, questo far combaciare ogni scena di un film e ogni momento della vita in un insieme armonico, tagliando e accostando attimi, è più che una missione per il protagonista, se ne percepisce l’autentica vocazione.

Il maschilismo, poi, io davvero non ce l’ho visto, piuttosto l’idea, reazionaria e passatista, secondo la quale l’uomo debba tradire per il suo solo piacere e la donna solo per segnalare una situazione di disagio, di infelicità all’interno della relazione in cui si trova.

Nota dolente, invece, è la forma: riflessioni interessanti, intelligenti, profonde come quelle che trovano spazio in questo romanzo sarebbero state maggiormente apprezzabili in uno stile più ricco, maggiormente studiato, meno vago e colloquiale; e questa potrebbe essere ragionevolmente una delle ragioni per cui in molti non sono riusciti a vedere tutti i chiaroscuri di questo libro. Spero sinceramente che lo stile di Piccolo sia migliorato negli anni (dai, se ha vinto lo Strega...eh, ma anche Giordano ha vinto lo Strega...ops!) 

Pollice verso anche per certe cadute di stile che rasentano il trash: la hit parade dei lati B delle sue conquiste sessuali è tra le trovate letterarie più desolanti che mi sia capitato di leggere ultimamente. Per quanto, tutto sommato, mi abbia strappato un sorrisetto.

In definitiva un buon romanzo, non privo di pecche, con un contenuto incalzante, condito da considerazioni coinvolgenti, e una forma da intrattenimento. Non ho ancora deciso se leggere o meno altro di Piccolo. E voi? Avete letto niente di suo? Avete qualcosa da consigliarmi? Vi piace l'idea del backstage? Avete altre curiosità da consigliarmi per il cappello introduttivo? Aspetto vostre considerazioni nei commenti e vi lascio il link con la video recensione di Silver Reflex (minuto 3.24). 



L’AUTORE
Francesco Piccolo (1964) è scrittore e sceneggiatore. Per Einaudi ha pubblicato: La separazione del maschio (2008), Momenti di trascurabile felicità (2010) e Il desiderio di essere come tutti (2013), vincitore del Premio Strega 2014. Negli Einaudi Tascabili: Storie di primogeniti e figli unici (2012), Allegro occidentale (2013) e L'Italia spensierata (2014). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014).


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