lunedì 2 marzo 2015

CinemOssi #1: Birdman, Timbuktu, L'ombra del sospetto, Amores Perros

Carissimi, inauguriamo questa rubrica cinematografica flash: accanto alle recensioni canoniche, con introduzione, specifiche tecniche e recensione, ho deciso di affiancare una rubrica più estemporanea, a modello di quella dell’amico Mr Ink, per raccontarvi brevemente i film che ho visto durante la settimana, corredati naturalmente dalle mie spassionate impressioni. L’idea è anche che voi mi diciate che cos’avete visto questa settimana e soprattutto se avete apprezzato o meno. E cosa mi consigliate per la prossima settimana, naturalmente. 
La legenda di riferimento è: CINEMA (visto in sala), TV (in soggiorno, con i miei famigliari) e PC (nell'intimità della mia stanzetta, in camera caritatis). 

Birdman (Alejandro González Iñárritu, 2014) CINEMA
Visto in lingua originale in un cinema d’essai, colpevolmente, la sera successiva alla proclamazione degli Oscar (io tifavo per Boyhood di Linklater). I miei amici, nei giudizi, si erano divisi. E’ un film che, non so bene perché, ma mi aspettavo di dover odiare, alcuni me l’avevano presentato come un film fondamentalmente antipatico, abbastanza avulso dalla precedente filmografia di Inarritu. Filmografia che, lo ammetto, io ho cominciato a esplorare proprio con questo film: gli altri li avevo sentiti citare, ma, per un motivo o per l’altro, non mi ci ero ancora cimentata. Ed è stato amore, un amore inatteso quanto deciso: Birdman, pur non essendo un capolavoro, mi ha conquistata. Il suo finto piano sequenza che fintamente occhieggia alla finta vita dei protagonisti è l’apoteosi della decadente e attraente doppiezza di Hollywood, qui ritratta nel suo disperato (e per questo grottesco) tentativo di smarcarsi dalla commercialità, con risultati tanto tristi e patetici da diventare esilaranti. La meta teatralità o la si ama o la si odia e io qui l’ho amata, pur non essendo una patita di Carver. Attori bravissimi, tra tutti ho apprezzato l’intensità di Emma Stone, tossica e scazzata, assolutamente adorabile. Alcune trovate sono degli autentici colpi di genio, come la corsa del protagonista nudo in Time Square. Se ci aggiungiamo che il mio migliore amico attualmente vive a due isolati dalla via in cui è girato il film, che casa sua è visibile in almeno metà delle scene esterne e che a fine dicembre ho visto Les Misérables proprio nel teatro dove sono girati alcuni degli interni…be’…il coefficiente di empatia è assoluto. Ve lo consiglio. L’oscar è più che meritato e, per quanto profondamente abbia apprezzato Boyhood, condivido la decisione dell’Academy di assegnarlo a Birdman. 

Timbuktu (Abderrahmane Sissako 2014) CINEMA
Due parole sulla trama, visto che, a differenza di Birdman, questo film è decisamente meno chiacchierato, anche se comunque è stato candidato all'oscar come miglior film straniero: il controllo degli jihadisti su un villaggio africano raccontato dalla presa di coscienza di una famiglia di pastori nomadi, su cui incombe, imminente, la tragedia. Sullo sfondo (ma neanche troppo) l’accerchiamento della città, la proibizione della musica, l’imposizione della copertura totale per le donne, la progressiva perdita di qualsiasi libertà. Anche questo visto in sala, è stato il mio film del sabato sera. Ad essere sincera mi aspettavo decisamente di più: d’accordo, bella fotografia, storia quanto mai attuale, spaccato interessante che ci catapulta in una parte di mondo che nemmeno noi, ipotetici futuri insegnanti di geografia (molto ipotetici, nel mio caso), abbiamo ben chiara nel nostro immaginario. I campi lunghi e lunghissimi sono suggestivi e veramente indovinati, così come alcuni personaggi iconici (su tutti, la “strega” del villaggio, vestita coloratissima e a testa scoperta, che rifiuta di cedere agli jihadisti). Però i ritmi sono realmente troppo “africani” (il film dura un’ora e mezza, ma la si patisce come fosse il doppio) e la sceneggiatura non convince fino in fondo, ci sono un po' di falle. Occasione mancata. 

L’ombra del sospetto (Richard Eyre, 2008) TV
Ecco, questo film è stato un errore: consigliato da un’amica alla mia augusta genitrice, abbiamo deciso di vederlo, attirati da un cast stellare (Liam Neeson, Laura Linney, -sposati come nel bellissimo Kinsey - Romola Garai, persino Antonio Banderas) e dalla promessa di una trama intricata, un’intersezione tra thriller e dramma (per certi versi la trama, così come la trovate scritta, può ricordare l’interessante Gone Girl). Niente di più azzardato, ahimè: questo film si aggiudica, finora, lo sciacquone d’oro come film più irritante, inutile visto finora quest’anno. Il colpo di scena finale è intuibilissimo e soprattutto tutto ciò che viene prima non ha senso alcuno, neanche alla luce della "rivelazione". Peccato, perché l’idea, ancorché non originale, poteva lasciar presagire qualcosa di quantomeno passabile. Non è buono neanche per l’intrattenimento di grana molto grossa. Se volete vedere un bel film di questo regista, guardate Diario di uno scandalo (con Judi Dench e Cate Blanchett). 


Amores Perros (Alejandro González Iñárritu, 2000)  PC
Ho lasciato per ultimo il mio colpo di questa settimana: mi è stato consigliato da un amico estimatore di Inarritu, alla luce del mio apprezzamento per Birdman. Ho iniziato dalla fine, ho voluto proseguire dall'inizio. Me lo sono guardato in più giorni, diluendolo tra le mie occupazioni quotidiane, per gustarlo tutto con calma, affinché ogni scena arrivasse a me nel momento giusto. E’ un film piuttosto lungo (due ore e quaranta) e procura emozioni forti; a tratti mi ha ricordato Pulp Fiction, soprattutto per la struttura a episodi intrecciati, sfilacciata cronologicamente, ma anche per il linguaggio crudo, per la gran quantità di sangue e morti, per i drammi ineluttabili che racconta. Premetto che non sono un’estimatrice di Tarantino, lo guardo, lo rispetto, riconosco la sua bravura, ma piacermi è un altro discorso: alla fine di un suo film, solitamente dico a chi è con me che ho un irrefrenabile bisogno di spararmi qualcosa di Ivory. Per cui questo genere di film non rientra nelle mie corde. E tuttavia, questo mi ha proprio rubato il cuore: c’è una profondità di intenti, una crudezza di rappresentazioni, un realismo brutale, un’assenza quasi totale di buoni sentimenti che proietta lo spettatore in un limbo senza uscita, è un film che fa domande, invece di fornire risposte. E’ la storia di tanti personaggi, dai manager ai sottoproletari, nel formicaio di Città del Messico, che falliscono nelle loro imprese, che causano o subiscono un destino cui non si possono opporre. Accanto a loro, i cani, co-protagonisti di tutte le vicende e spesso motori inconsapevoli dei tanti topici cambiamenti di direzione della vita dei loro padroni. Tanti di loro muoiono male, spesso peggio degli umani, e non anch'essi lontani dall'innocenza. Il titolo, Amores Perros, vuol dire sia “Amori bastardi” sia “Amori e cani”, volutamente ambiguo. Astenersi solo le anime troppo sensibili. Per tutti gli altri, guardatelo. E’ il primo di una ideale trilogia: seguono, infatti, 21 grammi e Babel, che recupererò presto.

2 commenti:

  1. Visti Birdman e L'Ombra del sospetto. Il secondo, sinceramente, l'ho rimosso, nonostante il bel cast e il primo, come sai, da quando ha fregato l'Oscar al meraviglioso Boyhood, mi sta più antipatico di prima. Un buon film, per carità, ma si allontana dalla mia idea di Miglior Film. L'Oscar è come Sanremo. E' popolare. Inutile si vogliano fare i radical chic con questa commedia sardonica, ma neppure troppo cattiva o originale, che scimmiotta Cronenber e Viale del tramonto, tra le altre cose. Regia meravigliosa e attori in stato di grazia, ma mi è mancata una trama. L'emozione. La risata. Chessò. Non mi ha fatto né caldo né freddo. Di Inarritu ho visto da piccolissimo 21 Grammi e l'ho amato già allora e Amores Perros sarà uno dei prossimi :)

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    1. Devi proprio recuperarlo, Amores Perros :) Io lo farò con 21 grammi e Babel, i miei amici sono entusiasti di entrambi. Non vedo l'ora :)
      E meno male che hai rimosso l'ombra del sospetto, meglio così :D

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