Cari fedelissimi,
mi scuso per i due mesi e passa di assenza: il lavoro e la
preparazione di colloqui ed esami vari (alcuni dei quali potrebbero avere
importanti ripercussioni sulle mie prossime occupazioni) mi hanno tenuta molto
impegnata. Da oggi sono ufficialmente in vacanza e tornerò a scrivere con
maggiore regolarità (almeno spero). In questo post voglio segnalarvi un po’ di
visioni interessanti, che mi hanno reso questi ultimi mesi molto più sopportabili.
Song of the sea (Tomm Moore, 2014)
E’ un film d’animazione realizzato dal regista irlandese, vincitore dell'Oscar come miglior "cartone", già
autore di The secret of Kells (che devo ancora vedere): un autentico capolavoro
di estetica e contenuti, una festa per gli occhi e per la mente: leggende
irlandesi, ricerca delle proprie radici, storia di formazione condita da un
pizzico di magia. Vi sfido a non innamorarvene. Unico cruccio: c’è soltanto in
lingua originale con i sottotitoli. Ma ne vale la pena. Procuratevelo. E plauso al distributore che deciderà di portarlo in Italia. Sempre che tale miracolo avvenga.
Probabilmente vi avevo già detto che, dei tre italianissimi
che sono usciti degli ultimi mesi, ho trovato Mia madre di Nanni Moretti una
mezza delusione e Youth di Sorrentino piacevole, ma non del tutto riuscito.
Ecco, invece Garrone sorprende con un film che segna un unicum nel panorama
cinematografico italiano di tutti i tempi e lo fa regalandoci un'opera che è
tanto profondamente italiana nel sentire (sia nella scelta letteraria di
partenza, Lo cunto de li cunti di Basile, sia nelle splendide location che sono utilizzate) quanto internazionale
nell’eleganza della veste e del cast. E profondamente garroniano nei temi
prescelti: la deformità, la morbosità, il “mostro” che c’è nell’umano,
l’imperscrutabilità delle pulsioni. Bellissimo. L’ho visto al cinema con i miei amici e lo
aspetto con ansia in dvd.
Visto al pc a sorpresa e senza troppa convinzione, lo credevo una
commedia francese carina e innocua e in effetti tale è la confezione, oltre che
l’inizio (professore-scrittore cittadino incontra parrucchiera di provincia, nasce una relazione, tra patemi per la diversità e attrazione). Invece,
procedendo verso l’epilogo, si trasforma in qualcosa di diverso, da cui la
presunta superiorità intellettuale del professore esce decisamente sconfitta a
vantaggio della giovane parrucchiera, ferma, limpida e acuta nel suo pensiero
lineare, oltreché inesorabile nelle sue decisioni. Finale amarissimo. Da considerare.
Testament of youth (James Kent, 2015)
Film della BBC tratto dall'autobiografia di Vera Brittain, scrittrice, pacifista e crocerossina durante la Grande Guerra. Una storia di coraggio e tenacia al femminile, uno sguardo obliquo e particolare su un periodo sanguinosissimo del nostro passato, una storia "alternativa" di quei giovani di belle speranze sterminati dalla Prima Guerra Mondiale. Se resistete ai primi venti minuti, che possono erroneamente far pensare a una storia smielata di amori recisi dalla guerra, vi si aprirà un mondo di emozioni forti celebrate in punta di piedi. Personalmente l'ho adorato. Anche questo va visto in inglese, in attesa che LaEffe ce lo mostri in italiano (chissà...)
LaEffe
Ho poi scoperto di adorare letteralmente
la programmazione (specie quella domenicale) della rete tematica 50 del
digitale, LaEffe, gestita da Feltrinelli. Tre le meraviglie che mi hanno tenuto
compagnia negli ultimi tempi: la miniserie BBC in due puntate Tess dei
d’Urbervilles con Gemma Arterton e Eddie Redmayne nei panni di Tess e Angel
(dolente e lancinante quanto il libro) e soprattutto la serie in 6 puntate Disperatamente romantici sulla storia della confraternita dei Preraffaelliti,
pittori di genio che sconvolsero con le loro idee la società puritana londinese
dell’800. Di questa serie ho apprezzato particolarmente il tentativo di
presentare i giovani Millais, Rossetti e Hunt come dei ragazzi di oggi, alle
prese con problemi pratici ed emotivi, senza quell’aura di ingessata e
inverosimile antichità che spesso affligge questo tipo di produzioni;
ricordarci che anche il passato è stato presente giova alla nostra concezione
spesso fallace e idealizzata dell’umanità che è passata su questa terra prima di noi. Menzione finale per Io, Jane Austen, trasmesso questa sera, storia degli ultimi mesi di vita dell'autrice: la scelta, piacevolmente poco commerciale, è stata di rappresentarla nella sua lucida pragmaticità,
nell'arguzia pungente, nello schietto idealismo appena velato di malinconia che
in lei tanto ammiro.
Uno dei rari i casi in cui vale la pena accendere la tv: sintonizzatevi sul canale 50. Anche voi uomini, anzi, soprattutto voi. Su!
E voi? Cos'avete visto o vedrete quest'estate? Fatemelo sapere.
Buona estate a tutti, leggete e guardate cose belle. Arriveranno presto recensioni di libri e tante novità.
Buona estate a tutti, leggete e guardate cose belle. Arriveranno presto recensioni di libri e tante novità.
Piaciuti molto Garrone e la commedia francese, come sai, mentre ho in lista il "cartone" e Testament of youth. Devo rimediare!
RispondiEliminaRimedia, rimedia :)
EliminaIo devo ancora vedere Comet!